Nigeria, la nuova Africa dei super ricchi

Emenegildo Zegna Lagos
Emenegildo Zegna Lagos
Emenegildo Zegna flagship Lagos
Emenegildo Zegna flagship Lagos

In questi giorni le cronache internazionali, come purtroppo accade spesso, mettono in primo piano la Nigeria per episodi connessi al terrorismo islamico, piaga che ormai da anni insanguina ampie zone del paese. Molte altre volte in passato, questo grande paese africano è stato protagonista in negativo delle cronache internazionali. E’ invece di qualche giorno fa una notizia sorprendentemente positiva, la Nigeria è diventata la prima economia africana avendo il suo Pil superato quello del Sudafrica. La notizia in se’ certamente non può che fare piacere, gli indubbi progressi economici devono però essere valutati in tutti i loro molteplici aspetti, che non sempre si rivelano così esaltanti.

Lo sviluppo impetuoso degli ultimi 15 anni, concentrato al sud e al centro del paese, all’inizio si è basato sulla ricca produzione petrolifera, successivamente si è consolidato con lo sviluppo di fiorenti attività finanziarie e di servizio oltre che industriali, ha prodotto però una concentrazione di enormi ricchezze in poche mani. A parte una ristretta élite di super ricchi, il 60% della popolazione locale vive ancora in condizioni di povertà estrema, il restante 40% è composto da una nascente  classe media, occupata in prevalenza nel terziario che si sta avvicinando al benessere. Si tratta di una situazione non molto diversa da quella di altri paesi che un tempo si designavano come “in via di sviluppo”. La formazione di élite economiche e di potere è generalmente favorita dalle connivenze politiche, oltre che dalla vera e propria corruzione, presente a livelli molto alti. La tax compliance inoltre è quasi sconosciuta, in Nigeria si stima sia al 4,5%, con le ovvie conseguenze sul livello dei servizi e dell’organizzazione statale ed amministrativa in genere, oltre che naturalmente sempre sulla corruzione.

Comunque nonostante questi ed altri enormi problemi fra i quali il già citato terrorismo, l’analfabetismo diffuso, il contrabbando e l’economia criminale in genere, il tasso di sviluppo del PIL locale ormai da vari anni corre molto velocemente  e naturalmente ad esso si accompagna lo sviluppo dei brand del lusso internazionale. Analizzando la segmentazione di quel 40% di popolazione che finora partecipa allo sviluppo, in cima alla piramide troviamo una élite molto ristretta di super ricchi, per dare una idea del fenomeno ,il registro aeronautico nigeriano annovera oltre 130 jet executive privati, i numeri delle immatricolazioni ultimamente crescono di 15/20 unità ogni anno. La nascente classe media è occupata soprattutto nel terziario, dove il rapido boom bancario e delle compagnie telefoniche ha creato assieme al commercio, una platea di consumatori potenziali numericamente molto consistente. Si consideri che il paese africano ha una popolazione di  180 milioni di abitanti, che anche se solo in parte interessati dal benessere sono sempre tantissimi.

La presenza dei brand del lusso in Nigeria è iniziata alcuni anni fa, dove la popolarità dei marchi era comunque già consolidata grazie al travel retail dei ricchi nigeriani, ormai considerati fra i migliori clienti degli store più esclusivi di Londra. Le prime griffe ad arrivare sono state Ermenegildo Zegna (tra i primi ad aprire un flagship store a Lagos) e Hugo Boss che hanno punti vendita gestiti direttamente, altri marchi come Dolce e GabbanaGucci e  Jimmy Choo sono distribuiti presso  prestigiosi retailers multimarca locali.

Si tratta comunque di un mercato che ha potenzialità veramente notevoli, con prospettive destinate a svilupparsi parallelamente al consolidarsi della classe media della popolazione, così come al conseguente evolversi della struttura sociale del paese. Ci troviamo infatti di fronte ad una realtà che è destinata a livello continentale, per le dimensioni e le ricchezze naturali che possiede, a rivestire sempre di più un ruolo di primaria importanza.

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