Nerd alla conquista della moda: Ian Rogers (ex Apple) Head of Digital LVMH

ian rogers head of digital lvmh
ian rogers head of digital lvmh

Con le sfilate della settimana della moda AI16 alle porte l’industria della moda sta subendo sempre più stravolgimenti a livello risorse umane e talenti, da ultime la nomina di Ian Rogers a Head of Digital nel gruppo LVMH e le dimissioni di Natalie Massenet da CEO di Net-a-Porter. I due eventi, apparentemente normali in un settore vibrante e sempre attento alle novità, come dovrebbe essere quello della moda, sono in realtà eccezione alla regola se si conosce la realtà di un settore troppo spesso dominato da rigidità e immobilismi.

Dolce & Gabbana headphones
Dolce & Gabbana headphones

Si parla da un lato della creazione della posizione di Head of Digital per il gruppo LVMH quando allo stesso modo alcuni marchi del lusso non sono ancora capaci di affrontare le sfide dell’e- commerce e della digitalizzazione della shopping experience. Ian Rogers ha un background del tutto insolito rispetto al settore abbigliamento perché e’ l’artefice della creazione della divisione Apple Music e dell’integrazione con Beats by Dr Dre, l’azienda di streaming acquistata dall’omonimo rapper nel 2014. Scegliere di puntare su un’estraneo al settore può essere forse il miglior modo di inserire nuova linfa creativa per affrontare le sfide future della moda guardando non alla prossima collezione ma a quello che negli anni futuri “sconvolgerà” l’industria.

Natalie Massenet ex-ceo Net-a-porter
Natalie Massenet ex-ceo Net-a-porter

Natalie Massenet, fondatrice ed ormai ex-presidente del famoso sito di e-commerce di lusso, prima di lasciare il business a seguito della fusione con Yoox aveva deciso di investire nella stessa direzione di LVMH pensando a Pascal Cagni, ex-CEO Apple Europa, per il posto di CEO di Net-a-Porter. Purtroppo l’opzione non si e’ concretizzata ma denota un trend di “brain drain”,  fino a qualche anno fa inaspettato, a discapito di aziende tecnologiche che ora sono fucina di competenze e talenti anche per industrie non direttamente collegate. Wearable devices, tessuti intelligenti e servizi personalizzati che qualche anno fa sembravano utopici oggi sono tecnologicamente possibili ma richiedono che l’industria della moda si doti di talenti adatti ad implementare le soluzioni perché internamente non sono disponibili.

 

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