Rivoluzione fast luxury Fashion con Burberry e Tom Ford

Sfilata Burberry PE16
Sfilata Burberry PE16

Buy-now-wear-now e show pensati (finalmente) per i consumatori: inizia da qui la rivoluzione annunciata da Burberry e Tom Ford su WWD.com venerdì scorso. A settembre 2016 per la prima volta nella storia della moda lusso da passerella, Burberry e Tom Ford faranno sfilare insieme le collezioni uomo e donna e poco dopo lo show e i capi PE17 presentati verrano messi subito in vendita negli stores offline e online. Il totale allineamento tra calendario retail e calendario sfilate, con la conseguente riduzione di quest’ultimo a due sole presentazioni in passerella, porta diverse complessità operative: prima di tutto sul lato produttivo/organizzativo poi sul lato gestione rete vendite wholesale. Anche Diane Von Furstenberg durante una sua intervista a Dicembre aveva lasciato presagire importanti cambiamenti nel settore in questa direzione prevedendo importanti cambiamenti nel 2016: profezia diventata realta’.

Tom Ford PE16 Menswear sfilata
Tom Ford PE16 Menswear sfilata

I capi delle collezioni saranno studiati per essere vendibili in tutto il modo con il principio della “stagionalità ridotta“, in quanto, al fine di soddisfare la domanda di prodotti sempre nuovi da esporre in negozio, verranno messi in produzione diversi lanci e progetti all’interno delle due main collections. Adottando una logica finora riservata al fast fashion, le due griffes del lusso puntano a essere agili nel proporre un prodotto in linea con le nuove dinamiche del consumo: ai tempi di social network omnipresenti e fashion blogger sempre connesse dalle sfilate, è diventato anacronistico aspettare 6 mesi dalla presentazione delle collezioni sulle passerelle e la disponibilità dei prodotti in negozio. Zara, H&M e i players del fast fashion riescono a mettere in produzione molto rapidamente le idee e gli input dei brands del lusso prima ancora che le collezioni ufficiali dei grandi stilisti arrivino sugli scaffali e “rubano” le idee dei grandi players: un notevole gap competitivo che ha ramificazioni su tutta la catena del valore del settore moda lusso. Inoltre, altra diseconomia importante che verra’ eliminata riguarda la presentazione di due shows separati per le collezioni uomo donna in più uscite, causa del raddoppio di tutta una serie di costi che possono fare la differenza sui bilanci delle griffes quotate.

Christopher Bailey Burberry
Christopher Bailey Burberry

A distanza di qualche ore le due maisons hanno annunciato scelte ardite che mirano a scuotere le fondamenta di un settore che da troppo tempo bisogno di un cambiamento per allinearsi a quelle che sono le esigenze e le pratiche di consumo delle generazioni “digital natives”. Una rivoluzione che punta a trasformare un settore dall’approccio “push” in uno dall’approccio “pull”: analytics e creatività responsive per essere il più possibile aggiornati su quelle che sono le esigenze della clientela. Non bisogna inoltre sottovalutare che la richiesta può essere anche dettata dagli addetti ai lavori: Suzy Menkes, autorevole voce di Conde Nast e del mondo della moda, già da qualche tempo ha espresso la sua opinione, condivisa da tanti Creative Director delle maisons sulle problematiche dei calendari sfilate troppo serrati (vedi articolo Raf Simons lascia Dior).

Non sia un caso che la richiesta di aiuto del personale creativo sia stata finalmente raccolta dalle aziende che hanno capito come conciliare le necessità business con gli input delle “risorse umane”?

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