La testata economica finanziaria Bloomberg ha riportato rumor di potenziali trattative per la quotazione di Net-a-porter, portale di e-commerce online specializzati in marchi di lusso. Fondato nel 2000 a Londra da Natalie Massenet, ex-editrice per WWD, Net-a-Porter è leader nella vendita di prodotti di lusso online con 2.5 milioni di visitatori al mese sul sito e fatturato di 580 milioni di euro (stima di Bank Vontobel perché i dati officiali non sono stati dichiarati).
La maggioranza dell’azienda (2/3 dell’azionariato) è stata acquistata nel 2010 dalla holding svizzera Richemont che ha alimentato l’espansione internazionale e il successo degli ultimi anni. Nell’ultimo bilancio Richemont (novembre 2014), la divisione altri business, che include Alaïa, Alfred Dunhill, Chloé, Giampiero Bodino, Lancel, Net-a-Porter, Peter Millar, Purdey e Shanghai Tang, ha registrato un aumento di fatturato del 5% per attestarsi a ricavi di 1.495 miliardi di euro (14% del fatturato totale del gruppo) ma con un risultato operativo in rosso di 80 milioni di euro. Per Richemont lo spin-off con quotazione dell’azienda di distribuzione online permetterebbe di monetizzare la redditività del sito di e-commerce, profittevole e notevolmente più performante rispetto alle altre aziende della divisione, e incassare importanti risorse dalla vendita di parte dell’azionariato.
Net-a-Porter è da anni considerata una preda interessante: già l’anno scorso si è andati vicini a una fusione con il gigante italiano dell’e-commerce Yoox che aveva fatto una offerta. La cessione/fusione con il rivale italiano dell’e-commerce è stata bloccata all’ultimo momento dalla fondatrice e CEO di Net-a-Porter, Natalie Massenet, che temeva per il futuro dell’azienda all’interno della nuova entità. I business model di Net-a-Porter e Yoox sono molto diversi: il primo è un retailer online puro, mentre il secondo si occupa di e-commerce a 360 gradi gestendo sia suoi portali (Yoox.com, Thecorner.com and Shoescribe.com) sia portali di marchi del settore (Missoni, Alexander McQueen, Balenciaga, Bottega Veneta, Brioni, Sergio Rossi, Stella McCartney e Saint Laurent).
Net-a-Porter e Richemont non hanno confermato ne smentito le voci riguardanti la possibile quotazione nel 2015.