Aston Martin DBX, ancora grande incertezza sul suv

Aston Martin DBX
Aston Martin DBX
Aston Martin SUV DBX presentazione Salone di Ginevra
Aston Martin SUV DBX presentazione Salone di Ginevra

Dopo la presentazione a Ginevra del prototipo Aston Martin DBX, primo proposta del nuovo Suv della casa di Gaydon (vedi articolo), nelle ultime settimane si sono succedute numerose notizie ed indiscrezioni sul progetto, a volte contraddittorie. Cerchiamo di districarci nella ridda di notizie e dichiarazioni per capire meglio quale potrebbe essere il percorso scelto dalla casa britannica per il suo ingresso nel sempre più combattuto ed importante segmento dei Suv di lusso. La prima notizia, fondamentale, riguarda la disponibilità da parte degli azionisti, vecchi e nuovi, a finanziare l’investimento con un aumento di capitale da 200 milioni di Sterline già deliberato. Al di là della presentazione del prototipo al Salone di Ginevra, la decisione da parte dell’azienda sul via libera al modello non era stata ancora assunta e nemmeno scontata, le perdite tuttora consistenti da coprire e gli investimenti già in corso richiedono infatti molta cautela. Un’altra conferma è quella relativa alla partnership con Daimler, a garanzia della condivisione di forniture essenziali alla produzione ma anche di un indispensabile supporto tecnico allo sviluppo; di provenienza Mercedes saranno sicuramente i motori e l’elettronica. In attesa di vedere i primi frutti della collaborazione sulle nuove sportive in preparazione, non era certa l’estensione dell’accordo anche a questo nuovo modello.

Per quanto riguarda invece molti altri aspetti del progetto, siamo ancora decisamente in alto mare, salvo il fatto che il modello è previsto in vendita nel 2019. Iniziamo dalla piattaforma sulla quale realizzare il Suv Aston Martin; in un primo tempo sembrava essere anch’essa di provenienza Mercedes, a tale proposito voci raccolte negli Usa testimoniavano di contatti in atto con le amministrazioni di alcuni stati del Sud. Si trattava in primis dell’Alabama, sede dello stabilimento Mercedes dedicato ai Suv medio/grandi, nel caso di uso della base meccanica del Suv Mercedes GLC sarebbe stata la scelta logistica assolutamente più conveniente. Notizie successive, parlano invece della possibilità da parte della casa britannica, di usare anche per il Suv una variante modificata della nuova piattaforma di casa, ritenuta più Crossover e meno Suv quindi maggiormente in linea con l’immagine sportiva di Aston. Il progetto è in corso di sviluppo molto avanzato, al momento è destinata alla nuova gamma di sportive in uscita nel 2016, così come una versione allungata pare riservata ad una futura 4 porte Lagonda.

Aston Martin Gaydon
Aston Martin Gaydon

Questa piattaforma è l’investimento più importante dell’azienda dall’epoca della proprietà Ford, poterlo utilizzare al massimo delle sue potenzialità e su di una gamma diversificata ha diversi vantaggi. Significa massimizzare l’investimento progettuale ma anche standardizzare ed accrescere i volumi di acquisto della componentistica; un ulteriore vantaggio è poi quello di potere usare al meglio il moderno stabilimento di Gaydon ,altrimenti sotto utilizzato, qui il Suv sfrutterebbe le stesse linee di assemblaggio delle nuove sportive. Certamente le attese, ma abbiamo visto anche i dubbi sul nuovo modello sono ancora molti, del resto la sfida di diversificare la produzione in un segmento di mercato inedito per l’azienda, è così importante da mettere in gioco lo stesso futuro del travagliato marchio. La storia di Aston Martin, nei suoi 102 anni di attività è stata molto tormentata, sia dal punto di vista industriale che soprattutto finanziario, caratterizzata da ripetute cessazioni e successive riprese dell’attività. Il marchio, nonostante le vicissitudini è molto conosciuto a livello internazionale, decisamente più famoso e popolare della realtà costituita dai suoi prodotti. A parte il periodo di proprietà e gestione Ford che aveva acquistato il brand dal Tribunale, fino a quel momento l’azienda aveva sempre realizzato numeri molto ridotti delle sue gran turismo, con una struttura aziendale artigianale adatta a produrre qualche centinaio di pezzi.

Gran parte del mito Aston deriva dal successo planetario dei film di James Bond; essere l’automobile del famoso Agente segreto al Servizio di Sua Maesta’, ha generato una popolarità del marchio che ne ha fatto una icona dell’automobilismo. La gestione Ford, ha lasciato in eredità oltre ad uno stabilimento vero e moderno ,la gamma di prodotti costituita dai modelli attuali, ormai però  datati e non più in grado di reggere la concorrenza. La carenza di investimenti di questi anni, è stata tamponata in qualche modo con il lancio di modelli supercostosi in serie limitata, niente altro però che un espediente per sostenere il fatturato e mantenere vivo il brand. La nuova proprietà si trova ora obbligata a dovere cercare di risalire la china, se vuole garantire la sopravvivenza di Aston raggiungendo volumi di vendite adeguati, deve proporre vere novità e soprattutto auto che abbiano appeal nei confronti dei nuovi ricchi dei paesi emergenti ,la scelta di un Suv è certamente quella giusta. Capitalizzare l’immagine e la popolarità del marchio, abbinandola ad un prodotto di qualità ed adeguato ai tempi è la chiave del rilancio.

 

 

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