Gucci e il problema degli stock dell’era Giannini in Cina

GUCCI store chongqing
GUCCI store chongqing
Gucci Alessandro Michele
Gucci Alessandro Michele

L’importante cambio nella direzione creativa avvenuto in seno all’iconica casa fiorentina Gucci (gruppo Kering) sta avendo importanti ripercussioni a livello economico che vanno oltre alla gestione di quello che è il futuro creativo dell’azienda. Uno dei principali problemi di questa fase è la gestione del passato, l’ultimo anno di produzioni Giannini, nello specifico i capi e gli accessori prodotti per le ultime due collezioni. L’eredita del duo Di Marco – Giannini (vedi articolo), oltre che essere di natura organizzativa e creativa, è di entità finanziaria ed economica perché dal punto di vista produttivo le produzioni FW14 e SS15, ultime supervisionate da Frida Giannini e arrivate on floor in seguito alla presentazione del nuovo creativo, non rispecchiano la direzione odierna intrapresa dall’azienda.

Gucci sfilate donna FW15
Gucci sfilate donna FW15

Oggi la maison fiorentina deve far fronte a un’importante attività di rinnovo immagine e stile con la nuova impronta di Alessandro Michele, che punta ad affermarsi con un netto stacco rispetto a quello che era il passato. La ragioni della scelta sono evidenti: creare una rottura con quelli che sono stati gli ultimi anni non proprio floridi del marchio. Purtroppo le ripercussioni non sono indolori quando si parla di stock perché il peso economico dello “smaltimento” delle due collezioni FW14 e SS15 può ripercuotersi pesantemente sui dati finanziari del gruppo Kering quotato in borsa. Quale può essere una rapida soluzione? I creativi finanziari di Gucci hanno ben pensato di fare “dumping” controllato sul mercato cinese.

 

In dettaglio, la scelta della direzione finanziaria di Gucci e’ molto acuta: andare a proporre le collezioni sul mercato cinese con prezzi scontati fino al 50% sul Recommended Retail Price Cina (Prezzo suggerito di cartellino). Alcuni potrebbero pensare che la scelta sia finanziariamente una follia ma per trovarne la logica basta pensare a un piccolo dettaglio di natura tecnico-commerciale: i prezzi RRP in Cina sono fino a 3 volte più alti di quelli praticati in Europa, quindi uno sconto aggressivo in Cina significa ugualmente marginalità elevatissima rispetto agli standard Europei.

Gucci sfilate donna FW15
Gucci sfilate donna FW15

Fonti locali parlano di lunghe code davanti ai punti vendita cinesi della griffe fiorentina, Shanghai e Beijing in testa alle preferenze. Fonti interne all’azienda confermano che la regione Asia-Pacifico (Giappone escluso) corrisponda al 38% delle vendite per Gucci: chiaro è l’intento di risolvere il problema Giannini in tempo perché la prima collezione dell’eclettico e romantico Alessandro Michele (FW15) inizi la commercializzazione.

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