Raf Simons lascia Dior: un altro stilista che non regge la pressione

raf simons Christian Dior
raf simons Christian Dior

La notizia dell’abbandono da parte di Raf Simons della guida stilistica della maison Christian Dior ha destato diversi interrogativi negli addetti ai lavori (soprattutto perche’ la collaborazione e’ iniziata appena due anni fa). La decisione è giunta inaspettata e come tale ha sorpreso ancora di più, al di là che si sia parlato di dissapori economici con la proprietà Lvmh sul cachet per il rinnovo della collaborazione, la motivazione ufficiale è stata comunque quella dei “motivi personali“, giustificazione evidentemente adatta per coprire ogni motivazione. Rumors di oggi che Raf Simons verra’ rimpiazzato da Alber Elbaz, che si e’ appena dimesso/ e’ stato rilasciato dai suoi obblighi contrattuali dalla maison Lanvin.

Alber Elbaz Congedo da Lanvin
Alber Elbaz Congedo da Lanvin

Un commento molto interessante su questi “motivi personali” è apparso su Conde Nast International ad opera di Suzy Menkes celebre penna britannica. La celebre giornalista innanzitutto fa un acuto accostamento fra gli ultimi passi dell’esperienza di Raf Simons presso la maison Dior, e la narrazione della vicenda personale del fondatore Cristian Dior nel film “Dior and I”, quasi si trattasse di una nemesi storica. Al di là di questo, molto interessanti sono le osservazioni della giornalista sulla pressione psicologica ed i frenetici ritmi ai quali sono sottoposti al giorno d’oggi gli stilisti. Il titolo dell’articolo è a questo proposito molto eloquente ,”Why fashion is crashing“,volendo così sottolineare la possibilità che il fashion system possa collassare. Sotto accusa sono evidentemente i ritmi di lavoro imposti dalla globalizzazione del mercato internazionale, dove la clientela è sottoposta ad un vero bombardamento mediatico che la rende sempre più assetata di novità . L’industria che gravita attorno al fashion system è al tempo stesso vittima e beneficiaria di questa situazione, la moda oltre che business è anche ormai soprattutto spettacolo.

Raf Simons Dior Ateliers
Raf Simons Dior Ateliers

Dalle tradizionali due collezioni che venivano presentate ogni anno si è passati a quattro, sono inoltre sempre più spesso proposte capsule collection in occasione di eventi o realizzate per mercati specifici; così come le varie linee di accessori hanno assunto un ruolo centrale, visto che borse e scarpe rappresentano per molte aziende ormai il core business. Naturalmente una attività così frenetica si declina d replica per ogni marchio o linea, moltiplicando a dismisura l’impegno creativo, realizzativo e non da ultimo promozionale. Ogni capitale poi ha ormai la sua Fashion Week, dietro Parigi e Milano tradizionali capisaldi dello stile e del business, sono venute Londra, New York, Tokio, Los Angeles, Pechino, Shangai, Seoul, Rio de Janeiro, Mexico City e chissà quante altre. Si tratta di una sorta di “grande abbuffata” commerciale/ promozionale che praticamente si svolge durante tutto l’arco dell’anno senza un attimo di pausa, trasformando tutto e tutti, grazie a questa velocità vorticosa alla quale ormai si muove l’ambiente, in fast fashion.

Raf Simons per Dior and I
Raf Simons per Dior and I

È chiaro che a lungo andare un ritmo di questo genere può essere distruttivo per tutti coloro che ne sono fra i principali protagonisti, in primis per gli stilisti o come si chiamano adesso “direttori artistici”. Questo cambio di denominazione che è avvenuto per una posizione professionale chiave come quella dello stilista, è molto eloquente ed inquadra in modo perfetto ciò che la figura dovrebbe rappresentare, la quintessenza della creatività e dell’arte applicate al campo della moda. Se creatività ed arte non hanno più il tempo per manifestarsi, incalzate e sostituite da altre attività una volta complementari, viene meno la pulsione creativa, sicuramente il momento più importante nell’attività di una figura come quella del “direttore artistico”. A questo punto il mondo del fashion ed i suoi protagonisti hanno forse il bisogno di ripensarsi, ecco così che un personaggio di indiscusso talento come Raf Simons, raggiunta una delle vette professionali più ambite come la maison Dior, dopo nemmeno tre anni di lavoro e di successo decide di abbandonare. Forse è proprio così, “The fashion is crashing”, il ritmo è insostenibile.

 

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