Paradossi Cina, i falsari che investigano sui falsi

falsi Cina contraffazione
falsi Cina contraffazione

La Cina è notoriamente il primo paese produttore di merce contraffatta, è però anche il principale mercato di consumo per questo tipo di merce. Un fenomeno decisamente pervasivo ed importante economicamente per il paese del dragone e per il suo export, si pensi che le dogane Usa lamentano una carenza di personale di controllo in conseguenza dell’eccesso di arrivi di merce contraffatta dalla Cina. La repressione delle contraffazioni è quindi un argomento decisamente spinoso e come tale attuata dalle autorità Cinesi a fasi alterne. Sono troppo grandi gli interessi economici in ballo, così come a volte una repressione carente si può rivelare anche utile politicamente al governo. Non dimentichiamo che può rivelarsi una scorciatoia per carpire tecnologie ed esperienze, altrimenti difficili e dispendiose o addirittura impossibili per la Cina da acquisire legalmente. Ennesimo esempio delle contraddizioni del sistema Cinese, quando poi ci si addentra ad investigare più in profondità questo mondo può riservare delle vere sorprese.

Raid falsi Polizia USA
Raid falsi Polizia USA

Trattandosi di una pratica commerciale di solito illegale, se non altro dal punto di vista formale, l’attività di investigazione è ovviamente difficile, inoltre a complicare ulteriormente le cose per le aziende occidentali si aggiungono le difficoltà logistiche e della lingua. Sono quindi sorte un notevole numero di società di consulenza, con l’unica specializzazione di assistere le aziende occidentali nel contrasto alle attività di contraffazione (es Markmonitor tutela dai rischi contraffazione legati all’e-commerce). Le professionalità ed i servizi offerti sono molteplici, si tratta di studi legali e commerciali, ma anche investigatori privati e consulenti in materia di marchi e brevetti. Le situazioni che si presentano alle aziende vittime di contraffazione o violazioni di marchio sono le più diverse, per cercare di affrontarle l’opera di professionisti locali è praticamente irrinunciabile, l’approccio adottato dalle imprese al problema è però in molti casi esso stesso la causa di vere e proprie truffe. A tale proposito la casistica talvolta è persino comica: finti sequestri di merce organizzati ad arte per percepire un compenso da spartire con il falsario, investigatori che in realtà sono essi stessi i produttori dei falsi da loro sequestrati, sequestri ripetuti più volte con oggetto le stesse cose, tangenti elargite a piene mani agli investigatori incaricati o addirittura ai giudici, sequestri di cose inesistenti. Sono solo alcune delle situazioni che dicevamo essere spesso incoraggiate dal comportamento delle aziende vittima delle contraffazioni.

Louis Vuitton tra i marchi piu contraffatti dai falsari Cinesi
Louis Vuitton tra i marchi piu contraffatti dai falsari Cinesi

I brand danneggiati ed in particolare le multinazionali, hanno di solito un approccio “quantitativo” nella repressione del fenomeno. I consulenti locali devono portare risultati in termini di merce sequestrata, il loro compenso è quindi proporzionale ai quantitativi che riescono ad intercettare. Il risultato che si ottiene con questa politica è paradossale ed incentivante per i truffatori, nella pratica accade spesso che si riesca “a vendere” una parte della merce contraffatta ai produttori dell’originale. Naturalmente questo non serve a bloccare o impedire la produzione dei falsi, anzi il paradosso è che aumentano le quantità prodotte che sono ora dirette su due canali di vendita, mercato illegale e sequestri. L’impressione, confermata in via riservata dai manager di alcune aziende occidentali, è che una quota di perdita di fatturato e di costi per la contraffazione sia considerata inevitabile, un onere aggiuntivo se si vuole operare in Cina.

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