Q3 in calo per Prada, sfida retail

Prada
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Venerdì scorso Prada ha annunciato un altro calo nei risultati operativi netti per la trimestrale Q3 conclusa il 31 ottobre. Si tratta del terzo calo consecutivo nei risultati operativi netti del gruppo che ha visto un calo del 27.6% per il trimestre agosto – ottobre 2014 assestandosi a 319 milioni di euro contro i 441 milioni di euro dello stesso periodo nel 2013.  Il volume di vendite del gruppo è in linea con il risultato dell’anno scorso con un fatturato di 2.55 miliardi di euro (nel 2013 il fatturato è stato 2.57 miliardi di euro) e a cambio costante nel 2014 si sarebbe registrata una crescita dello 0.5%.Hanno pesato sui risultati dell’azienda le fluttuazioni monetarie, il rallentamento della domanda cinese e un sostanziale riassestamento dell’industria del lusso a livello globale.

Patrizio Bertelli, CEO di Prada, ha commentato i dati spiegando che la performance è attribuibile in parte a quello che stato succedendo a livello macroeconomico e in parte a come l’azienda sta reagendo ai sostanziali cambi nelle dinamiche del settore. La competizione si fa sempre più intensa con la domanda sul mercato cinese in sostanziale peggioramento negli ultimi mesi, frutto delle politiche restrittive sul lusso imposte dal governo di Pechino, e l’aumento della concorrenza per offrire esperienze uniche al cliente.

Pradasphere spazio retail Prada
Pradasphere spazio retail Prada

 

Nel 2014 i risultati di Prada sull’Asia e l’America sono sostanzialmente positivi con una domanda sostenuta e in lieve miglioramento (Cina Esclusa) ma questo non può coprire o riequilibrare delle problematiche che l’azienda ha a livello organizzativo sulla rete retail. L’aggressiva politica d’espansione internazionale non sta dando i risultati nei tempi previsti e l’organizzazione si mostra meno efficace nel rispondere alle sfide della distribuzione retail su scala globale con effetti sulla marginalità dei punti vendita. La scelta di Prada di puntare all’eccellenza stilistica e alla qualità senza compromessi pagherà nel tempo ma solo se accompagnata da un maggiore controllo sul network di distribuzione retail che può essere un tallone d’Achille anche per un marchio apprezzato dalla clientela e dotato di prodotti commercialmente competitivi.

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