Vino Cina fra business e folclore, le stranezze del mercato

vino cina
vino cina

La diffusione del consumo di vino in Cina nell’arco di pochi anni è diventato un fenomeno di grande rilevanza economica, dall’iniziale presenza sulle tavole Cinesi come prodotto di elite, solitamente di produzione Francese e considerato un vero e proprio status symbol, il consumo si è molto diffuso, diventando nelle città ormai quasi un fenomeno di massa.  Si tratta comunque di una popolarità relativamente recente, purtroppo raramente accompagnata da parte del pubblico da una adeguata preparazione culturale che permetta di apprezzare appieno i prodotti.

Quella che si definisce “cultura del vino” è presso i consumatori Cinesi, anche quelli più abbienti che possono permettersi di spendere cifre importanti, generalmente piuttosto carente e determina atteggiamenti e fenomeni che per noi europei appaiono decisamente curiosi ,per non dire comici. Si deve peraltro anche testimoniare la crescita di un notevole interesse per l’enologia e la cultura del vino, i corsi organizzati nelle più prestigiose scuole specializzate di Bordeaux, sono ormai da alcuni anni abitualmente presi d’assalto dagli iscritti Cinesi, ad evidenza della voglia degli studenti di crescere culturalmente e professionalmente.

Da alcuni anni il paese del dragone è diventato anche un produttore di grandi quantitativi di vino destinati al mercato interno, ecco nascere ad esempio cru di Cabernet o di Syrah o di Merlot Cinesi, produzioni che a volte tentano in maniera maldestra di scimmiottare i prodotti originali, non parliamo poi dei casi di vere e proprie falsificazioni o contraffazioni di prodotto. Grazie agli investimenti inizialmente operati dalle aziende occidentali e con il loro determinante supporto tecnico, il livello qualitativo e soprattutto i quantitativi della produzione locale di vino in Cina sono negli anni cresciuti molto, senza peraltro ancora avere raggiunto vette di vera eccellenza nella qualità.

Sull’onda di questa sempre più importante industria vinicola locale, fiutando il business in espansione, sono fiorite anche iniziative economiche inconsuete. Fra questi nuovi business, qualcuno ha pensato di proporre il “vino personalizzato o customizzato”, pensando così di riuscire a sollecitare l’ego di qualche danaroso cliente locale. Vediamo meglio di cosa si tratta. Avete mai pensato di produrre il vostro vino personale, vinificato apposta per voi con le uve prodotte nella vostra vigna e naturalmente con il vostro nome impresso sull’etichetta?

vino Changyu
Vino Changyu,  Made in Cina

Una società cinese, la “Taila international Chateau Ecological Culture Area”, è in grado di offrirvi questa opportunità mettendo a disposizione un area di 2000 ettari; curando per voi se lo vorrete ogni dettaglio e naturalmente con il risultato garantito, avrete così in poco tempo pronto un Cru personale da offrire agli amici, inoltre avrete anche risparmiato rispetto all’acquisto dei vini originali di importazione. La zona prescelta per l’iniziativa è quella di Taila nella penisola dello Shandong ,un area che ha una antica tradizione vinicola e dove nel lontano 1892 la città di Yantai ha ospitato la prima produzione commerciale di vino realizzata in Cina. Attualmente questa area rappresenta il 30% della produzione di vino Cinese.

Naturalmente il fatto che si tratti di una copia “made in China” di pregiati vini europei, che dell’originale portano solamente il nome, non è tenuto in nessuna considerazione. La proposta offerta da questa azienda è uno strano ibrido che mette insieme a scelta del cliente: la transazione immobiliare di affitto dei terreni, la prestazione dei servizi relativi all’impianto delle vigne e loro coltivazione, raccolta delle uve, vinificazione ed invecchiamento, così come naturalmente la realizzazione delle etichette e l’imbottigliamento. E’ una specie di servizio chiavi in mano, completamente terziarizzato che può comprendere tutto quanto è necessario per fare il vino: terreni, manodopera e competenze tecniche, con la sola limitazione di non potere durare il contratto più di 30 anni; limite massimo ammesso per legge all’affitto dei terreni agricoli che vengono sempre dati in concessione dallo stato Cinese.

Se guardiamo il fenomeno del vino in Cina con un occhio da appassionati o da intenditori ci viene scontato pensare: non sarebbe molto più semplice per i clienti che possono permetterselo comprare vino di pregio ed originale, piuttosto che crearsi problemi con questo strano mix di servizi? La domanda per noi europei potrebbe sorgere spontanea ,ed avrebbe una risposta altrettanto scontata. Per la ricca clientela Cinese potenzialmente interessata a questo servizio, la risposta è però probabilmente molto diversa, racchiusa unicamente in quello che può essere scritto sull’etichetta, il prestigio rappresentato dall’avere il proprio nome sulle bottiglie e potere raccontare della propria casa vinicola “virtuale”, avendo al contempo anche risparmiato sui costi.

Se vi interessa sapere qualcosa di più riguardo questo aspetto, ecco qualche cifra: un lotto di 670 mq ha un costo per il solo affitto di US$ 18000 per 30 anni, aggiungendo le spese per la produzione e tutti i servizi che si possono richiedere si ottiene invece un costo a bottiglia che ammonta attualmente a circa US$ 8,5 cadauna, considerando di ottenere una produzione con le vigne piantate nel lotto di 600 bottiglie anno.

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