Rivoluzione lusso Iran? Retailers in attesa

kourosh mall tehran iran
kourosh mall tehran iran

La Rivoluzione Islamica in Iran del 1979 è ormai un ricordo per i cittadini iraniani e i retailers internazionali aspettano impazienti le prossime settimane per avviare una vera e propria rivoluzione lusso Iran nello shopping. Quello che sta succedendo in Iran da qualche anno in maniera soft potrebbe subire una brusca accelerazione con il sollevamento delle sanzioni bancarie a seguito dell’accordo in vista con le Nazioni Unite sull’arricchimento dell’uranio. Dopo anni di austerità dovute all’isolamento culturale e commerciale del paese, la classe media iraniana, seppur esposta in maniera molto limitata alle influenze straniere, ha lentamente sviluppato una predilezione per la moda e il lusso d’importazione occidentale e attende impaziente di poter acquistare in patria beni difficilmente reperibili.

Chopard Iran Tehran billboard
Chopard Iran Tehran billboard

Si può dire che per la classe più abbiente della società iraniana lo shopping sia diventato quasi una nuova “religione”, destando qualche scandalo (ma non troppo) quando su Instagram e Facebook sono stati creati profili e hashtags @RichKidsofTeheran che descrivono hobbies, stili di vita e abitudini di shopping dell’élite iraniana. L’ostentazione della ricchezza e di uno stile di vita “dissoluto” non sono chiaramente in linea con i principi della religione ma soprattutto con quello che sono le condizioni della maggioranza dei cittadini iraniani (il cui salario medio annuale si attesta ai 16500 USD). Le polemiche sui media non hanno però intaccato le abitudini social dei ricchi ragazzi di Teheran che continuano a condividere foto delle loro avventure alla Teheran Fashion Week.

https://www.youtube.com/watch?v=5J6SKWxaQic

 

La situazione in Iran per accogliere il retail di lusso è assolutamente matura dal punto di vista consumer, il salario medio della popolazioni e le abitudini della clientela sono più che pronte ad accogliere i brand internazionali, purtroppo non è altrettanto idonea dal punto di vista del sistema paese viste le difficoltà di un’economia indebolita dalle sanzioni internazionali, le limitazioni alla circolazione dei capitali verso l’estero e la presenza di un quasi monopolio nei settori chiave dell’economia ad opera delle Guardie della Rivoluzione (corpo militare al servizio del potere creato dal 1979). Formalmente non esistono limiti o embargo sull’import di prodotti di lusso ma di fatto sono pochissimi i marchi che si sono avventurati nel paese. I marchi di lusso per ora non figurano neanche nei top 100 imports del paese perché sono ancora un “feudo” riservato ai ricchi ma qualcosa si sta muovendo per permettere a una fetta più larga di popolazione di accedere ai beni speciali.

@richkidsofteheran
@richkidsofteheran

Finora il mercato grigio d’importazione parallela ha permesso la creazione di veri e propri mall che offrono marchi aspirazionali e del lusso con una scelta pari a quella che si trova nelle capitali europee più alla moda, ovviamente il tutto alle spalle delle maison e dei produttori che ufficialmente vendono prodotti destinati a Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Stati del Golfo.  Internet, inoltre, ha permesso di rendere più agevole la distribuzione sul territorio della merce e risolto alcuni problemi della shopping experience per servire al meglio le peculiari necessità della clientela di fede mussulmana: il lusso occidentale può essere ordinato online dall’Europa, pagato con carte di credito iraniane, ricevuto gratuitamente a casa, provato nell’intimità delle mura domestiche e restituito come reso qualora il prodotto/la taglia non siano di gradimento. Soprattutto bisogna sottolineare che la percezione dei marchi occidentali è altissima presso la popolazione locale, che è disposta a pagare prezzi elevati e aspettare più tempo per la ricezione di beni Occidentali di lusso. United Colors of Benetton, Mango ed Escada sono tra i pochi marchi che hanno una presenza Retail strutturata nel paese;  il resto della domanda di abbigliamento e accessori è soddisfatto tramite multimarca che si riforniscono all’estero di merce oppure direttamente dalla clientela finale che può sempre più spesso permettersi di viaggiare e andare a Londra o Parigi per fare shopping.

Mango Tehran Iran
Mango Tehran Iran

Alcuni dei limiti che i retailers occidentali dovranno affrontare per entrare nel paese sono l’esistenza di regolamenti e dinamiche di shopping experience molto restrittivi: basti pensare che nella comunicazione/advertisement di abbigliamento è vietato per legge pubblicizzare capi indossati, si mostrare il prodotto da solo o la modella interamente coperta (con il burqa). Seppur con grandi difficoltà il paese è indubbiamente pronto ad accogliere uno sviluppo legittimo dell’industria del lusso; la domanda è: quando i marchi potranno partire?

 

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