Usa, Moschino e le pillole indigeste

Moschino capsule ss17 Milano pila
Moschino capsule ss17 Milano pila

Il brand Moschino, fin dall’epoca del fondatore Franco Moschino e poi dal 1994 con la sua scomparsa sotto la guida creativa di Rossella Jardini, storica collaboratrice dello stilista, ha sempre avuto come caratteristica quella dell’essere provocatorio e dissacrante nelle sue proposte. L’attuale direzione artistica, assunta nel 2013 dall’americano Jeremy Scott, ha giustamente mantenuto questa peculiarità cercando se possibile di accentuarla ulteriormente.

La provocazione stilistica però a volte si dimostra difficilmente concigliabile con il business e può creare problemi inaspettati ed indesiderati, è quello che il brand Moschino ha recentemente sperimentato nei confronti di un importante cliente americano come il department store Nordstrom. Vediamo cosa è successo con la messa in vendita dell’ ultima capsule collection Moschino presentata nella sfilata PE17 di Milano. Il tema della collezione è giocato sul filo della consueta ironia ed è rappresentato dai medicinali, i capi proposti sono quindi caratterizzati dalla presenza di stampe e slogan incentrati sui medicinali e sulle ricette mediche. Il tema prescelto da Scott, di primo acchito non pare avere nessuna implicazione o impatto negativo, almeno ai nostri occhi di ingenui europei. La sensibilità dei singoli mercati e delle opinioni pubbliche dei vari paesi nei confronti delle tematiche sociali è però molto differente,talmente differente da avere questa collezione che è per noi innocua, provocato negli Stati Uniti un vero scandalo.

Moschino PE17 sfilata Milano
Moschino PE17 sfilata Milano

L’abuso del consumo di farmaci è negli Usa un grosso problema, talmente grande che esistono associazioni e gruppi di pressione che combattono strenue battaglie contro le lobby farmaceutiche cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica al problema. Randy Anderson di Minneapolis è una signora che come psicoterapeuta è particolarmente sensibile al problema, ha così lanciato una petizione online che ha raccolto in pochi giorni migliaia di adesioni, chiedendo che Nordstrom e Saks ritirassero i prodotti della capsule Moschino dagli scaffali. La Signora Anderson ha stigmatizzato la messa in vendita della collezione incriminata, dipingendola come un subdolo veicolo di propaganda che favorisce l’abuso del consumo dei farmaci. Si tratta di un comportamento che è il naturale prologo, a suo dire, del consumo di droghe.

Nordstrom visto l’eco negativo che la vicenda ha avuto sulla stampa ed i media Statunitensi ha così deciso di ritirare i prodotti dalla vendita, Saks invece non ha ritenuto, almeno per il momento, di intervenire così drasticamente e continua a distribuire la collezione. Chissà cosa avranno pensato in Romagna, quartier generale del gruppo Aeffe titolare del brand Moschino, della Signora Anderson di Minneapolis.

 

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