GiovanniPensando a Dubai vengono subito in mente grattacieli, hotel 7 stelle (il nuovissimo Armani Hotel per citarne uno), i mall con negozi di griffes occidentali ma chi oserebbe definir la città seconda capitale mondiale del lusso? Secondo un sondaggio di The Business of Fashion, dopo Londra, i professionisti del settore non hanno dubbi nell’indicare Dubai, seconda città degli Emirati Arabi Uniti, come hub internazionale del lusso.
Quali sono le ragioni dell’ascesa di Dubai?
Innanzitutto i consumatori che gravitano attorno a Dubai. Il bacino di clientela della citta emiratina proviene da India, Medio Oriente, Africa e Asia: questi paesi che hanno conosciuto un grande sviluppo economico negli ultimi anni ma non hanno ancora le infrastrutture per ospitare i marchi del lusso e la clientela. Di conseguenza, gli affluenti consumatori del sopra citato bacino potenziale di 1.1 miliardi di persone, scelgono e alimentano la crescita del mercato del lusso a Dubai per via della posizione strategica della città, collocata al crocevia tra Occidente e Occidente, i prezzi competitivi e l’offerta che possono trovarvi. Marchi del lusso e developers immobiliari trovano un ambiente favorevole per via dei prezzi delle proprietà commerciali, e la presenza di forza lavoro qualificata, gli expats (Europei e Americani espatriati che sono all’estero per lavoro) trovano retribuzioni e opportunità di carriera che in Occidente non esistono più.
Nel 2013 75 milioni di visitatori hanno transitato per Dubai rendendo la città una delle più interessanti mete mondiali per il travel retail. A Dubai il mix dell’offerta è interessante per consumatori di tutte le fasce che riescono a trovare una proposizione adatta per loro tasche, sia che siano abituati a standard normali sia che ricerchino esperienze non convenzionali più proprie a sceicchi arabi. I developers immobiliari hanno investito molto nel corso degli anni per creare mall in grado di stupire la clientela e offrire qualcosa di eccezionale e complementare all’esperienza di shopping: piste da sci indoor, esibizioni live di artisti internazionali, ristoranti e locali di livello internazionale, etc..
Anche i marchi, qui presenti tutti senza eccezioni, fanno del loro meglio per stupire la clientela con collezioni speciali e prodotti sviluppati per gli interessi dei consumatori che gravitano intorno a Dubai. E’ recente il progetto di Nickolas Kirkwood che ha lanciato uno suo spazio all’interno del negozio di scarpe Level Shoe District, vera “mecca” internazionale per gli amanti di scarpe di lusso. Chanel ha tenuto la sfilata di presentazione della collezione cruise 2014 proprio a Dubai
Quali sono i potenziali limiti alla crescita di Dubai?
Nel futuro Dubai dovrà fare i conti con quello che è il suo passato, nel senso che la città manca di appeal artistico-intellettuale e iniziative culturali che possano permetterle di differenziare l’offerta. Vista la relativa giovane età dello stato e della citta, che hanno conosciuto uno sviluppo solo negli ultimi 50 anni, mancano punti di riferimento e occasioni di ritrovo che portino i visitatori ad avventurarsi al di fuori dei mall. La costruzione dell’Opera di Dubai, che sarà pronta nel 2016, si inquadra nel più grande progetto di creare nuovi punti di interesse e occasioni di aggregazione culturale per preparare la strada per l’Expo 2020. Notevoli anche gli investimenti volti a creare musei, gallerie d’arte e istituti di formazione nella moda cercando di attrarre talenti e personalità del mondo dell’arte, della moda e della cultura.
Basterà tutto questo per creare prospettive di crescita nel medio lungo periodo per la città? La competizione a livello internazionale per attrarre i consumatori del lusso si fa sempre più elevata e scalzare le capitali europee dalla leadership del settore travel retail non sarà facile se la città non sarà capace di affermarsi come destinazione dall’offerta completa a 360 gradi.
Giovanni
