Aston Martin DB11, il futuro è nell’elettrico

Aston Martin DB11 road
Aston Martin DB11 road

Aston Martin è alla ricerca di un nuovo futuro industriale che è stato individuato nell’uso massiccio della propulsione elettrica; intanto però cerca di limitare i danni o meglio il pesante passivo che è diventato cronico, riducendo per il momento la forza lavoro.La casa automobilistica britannica ha in questi giorni annunciato una riduzione di 295 unità, l’equivalente del 15% degli attuali 2100 dipendenti. La misura attuata tramite prepensionamenti, blocco del turnover e cessazione dei contratti a termine,si è resa necessaria per contenere le perdite di bilancio triplicate nel 2014 rispetto all’anno precedente raggiungendo quasi 100 milioni di €.Nell’attesa del lancio dei nuovi modelli sul mercato a partire da fine 2016, le vendite sono in continuo calo arrivando a 3600 pezzi zavorrate anche dalla contrazione del mercato cinese. Per quanto riguarda il ritorno all’attivo di bilancio è comunque previsto dopo il 2017 ma non è chiaro ancora quando.

Aston Martin CEO Andy Palmer e Aston Martin DBX
Aston Martin CEO Andy Palmer e Aston Martin DBX

Una recente intervista rilasciata dal Ceo Andy Palmer, ha poi confermato che la casa di Gaydon è orientata in futuro, per favorire il rilancio, a percorrere in via prioritaria la strada della propulsione elettrica e suv. Aston Martin si trova ad affrontare un momento di grande cambiamento, determinante per la prosecuzione e lo sviluppo aziendale; sicuramente è terminato il ciclo tecnico attuale, basato ancora sui modelli sviluppati quasi 20 anni fa sotto la gestione Ford. La futura sportiva Db 11, realizzata su di un nuovo telaio modulare in alluminio sarà pronta fra un anno, è confermato che su questa piattaforma nasceranno ulteriori modelli coupe, cabrio e 4 porte, anche a propulsione elettrica. La casa britannica aveva presentato al salone di Ginevra un prototipo a propulsione elettrica, la DBX è il primo esempio di diversificazione produttiva del brand Aston Martin al di fuori delle berlinette sportive. Scegliendo di realizzare un Suv, come stanno facendo molti brand luxury che hanno deciso di seguire le orme di Porsche: da Bentley a Rolls, da Lamborghini a Maserati, la platea di potenziali clienti del brand si amplia notevolmente potendo contare sull’appeal che i Suv riscuotono in diversi mercati. Allargare la platea della clientela è del resto vitale per l’azienda.

Aston Martin DB11
Aston Martin DB11

La propulsione elettrica è poi particolarmente adatta per le sue caratteristiche di erogazione di potenza alle vetture ad alte prestazioni, si presta facilmente per raggiungere potenze anche di 800/1000 cv con il solo limite dell’autonomia. Si tratta di un handicap al momento notevole, destinato ad essere superato entro pochi anni dalle nuove tecnologie in corso di sviluppo nel campo delle batterie. Il caso dell’americana Tesla dimostra la fattibilità industriale e commerciale di questa scelta di propulsione, anche alla luce delle problematiche ambientali che sono sempre più stringenti. Da questo punto di vista i costruttori impegnati nelle nicchie del lusso, svantaggiati dai loro ridotti volumi di produzione, sono ancora più in difficoltà ad affrontare gli investimenti in R&D che le normative impongono. La scelta di puntare sull’elettrico, che è intrinsecamente pulito, per una azienda come Aston Martin risolve decisamente molti problemi.

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